Il Lago di Capo d’Acqua – La piccola Atlantide d’Abruzzo

Alle pendici occidentali del Monte Scarafano, le acque delle sorgenti di Capo d’Acqua sono invasate in un bacino artificiale collegato ad un sistema di irrigazione che alimenta una centrale idroelettrica. Questo invaso forma un affascinante lago di altura, il lago di Capo d’Acqua, definito nel panorama turistico internazionale, la piccola Atlantide d’Abruzzo.

Nel 1965 fu realizzata una diga per sbarrare il corso superiore del Tirino, poco più a valle delle sue sorgenti, in prossimità della omonima frazione di Capestrano (Caput Aquae). Le numerose sorgenti naturali immettono nel bacino continui flussi di acqua fresca e limpidissima che confluiscono a valle nel Tirino.

Nei terreni sommersi oggi dalle acque del lago, esisteva anticamente un mulino appartenuto alla famiglia Verlengia di Capestrano, e un colorificio costruiti in prossimità della sorgente di Capo d’Acqua. Il colorificio è oggi ancora visibile in superficie, mentre il mulino di circa 400 mq, in buono stato di conservazione, è completamente immerso nell’acqua cristallina del lago ed è caratterizzato dalle antiche tecniche murarie costruttive tradizionali. Ben visibili sono i resti di due arcate murarie e le piattabande in legno di porte e finestre. A lato è presente un altro mulino più piccolo, probabilmente un ampliamento dell’altro. Intatto è il selciato dei viottoli antichi che un tempo veniva percorso dai contadini con il loro carico di grano.

Un luogo sommerso, affascinante e misterioso, caratterizzato dalla bassa temperatura delle acque che, restando costante intorno ai dieci gradi tutto l’anno, impedisce il proliferare di alghe e piante lacustri e garantisce un’ottima visibilità.

Tutte queste caratteristiche rendono il lago di Capo d’Acqua un richiamo di interesse per gli appassionati di immersione di tutto il mondo, uno scenario unico avvolto nella meravigliosa cornice del Parco Nazionale del Gran Sasso. La protezione ambientale prevista dal Parco vieta attività di snorkeling e balneazione, l’unica attività concessa è quella subacquea che garatisce un minor impatto sulla tranquillità della fauna aviaria che sverna nel lago durante le migrazioni.

l lago, di proprietà privata, si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, immerso in una natura incontaminata di vasto interesse archeologico (ricordiamo il GUERRIERO di Capestrano).

L’invaso nasce nella seconda metà degli anni ’60 per avere nella zona una riserva idrica per l’irrigazione dei terreni circostanti; oggi, dopo il black out del 2006, è utilizzato anche per la produzione di energia elettrica rivenduta all’ENEL, grazie ad una centrale idroelettrica pre-esistente per l’alimentazione delle due pompe di forzatura dell’acqua.

Il lago è alimentato da molte sorgenti in superficie e altrettante sommerse. Queste sorgenti alimentavano in origine un corso d’acqua che, unendosi alle altre due sorgenti, quella di Presciano e quella del lago di Capestrano, formavano il fiume TIRINO. In prossimità di questi corsi d’acqua sono stati realizzati, pressappoco in età medioevale, due MULINI e un Colorificio. Oggi l’edificio del colorificio è ancora visibile in superficie, mentre i due mulini si trovano sommersi, in buono stato di conservazione, visitabili da subacquei in possesso di qualsiasi brevetto subacqueo data la facile immersione. 

L’invaso garantisce, proprio per la sua natura di lago sorgivo, un’ottima visibilità (all’incirca di 70 mt) e una flora lacustre particolare, propria degli ambienti sorgivi di quota (il lago si trova all’incirca a 330 m.s.l.m.). Per quanto riguarda la fauna, il lago offre una consistente popolazione di Trote Fario, duramente minacciate dall’immissione abusiva, nel 2005, di tre lucci, che hanno spaventato anche la fauna aviaria. Successivamente al loro avvistamento si è dato mandato, da parte del Comune di Capestrano e dei proprietari dell’invaso di cacciare i lucci, ad alcuni pescatori locali. Nel 2007 è stato catturato l’ultimo luccio rimasto, pesava orai circa 12 kg ed era lungo circa 110 cm. Oggi vediamo finalmente ricrescere la fauna lacustre, anche se quella aviaria risente ancora dell’effetto dei lucci (era presente anche una considerevole popolazione di gamberi di fiume oggi sterminata per una pesca aggressiva).

l’invaso offre a tutti i subacquei che lo frequentano, proprio per la sua natura particolare, un ambiente sommerso molto affascinante e misterioso caratterizzato da alberi, abitazioni, strade e manufatti vari sommersi. Non è facile immaginare il fascino e l’atmosfera fantastica che queste immersioni generano.

Pier Paolo "Gus" Liuzzo

Mi chiamo Pier Paolo Liuzzo. Vivo a Tortona, una piccola città in provincia di Alessandria, a metà strada tra Milano e Genova. Pilota di linea ed amante del mare; di quello che conserva e racchiude fra le sue acque.

https://www.gusdiver.com

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