La pesca intensiva sta facendo un danno enorme all’ecosistema marino dei nostri oceani.
Non sono nè un biologo marino e neppure un esperto di economia. Sono ben consapevole che esistono più di 6 miliardi di esseri umani che hanno diritto di vivere. Ed il cibo è vita! Però sono sicuro che vi è la soluzione che evita questo scempio.
Sea Shepherd si batte da anni per dare il proprio contributo a risolvere questo problema. Vale la pena ascoltarli.
Di seguito un interessante articolo pubblicato su ScubaPortal.it
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Si chiama potassolo o melù (Micromesistius poutassou), è un pesce della famiglia gadidi, la stessa di merluzzi e naselli per capirci. Lungo in media 22 cm, si trova in Mediterraneo e in Atlantico, dove è pescato a strascico in profondità, comunemente sui 300-400 m. Le sue carni sono ottime, ma rispetto ai cugini più pregiati sono fragili, si rompono facilmente, e per questo motivo sono spesso usate per preparazioni come il Surimi.
La notizia di questi giorni: un “isola” di pesci morti galleggia al largo della costa occidentale francese ed ha già messo in allarme Parigi. La gigantesca chiazza bianca nell’Oceano Atlantico è formata da carcasse di potassoli, e si estende su una superficie di circa 3.000 metri quadrati.
Si tratta di oltre 100.000 pesci morti, catturati dal maxi peschereccio olandese FV Margiris, il secondo più grande del mondo, e poi finiti di nuovo in mare giovedì a causa della rottura di una delle reti dell’imbarcazione.
La scoperta l’ha fatta Sea Shepherd, che per prima ha pubblicato le immagini delle carcasse.
Bibliografia: ScubaPortal – scubaportal.it