Dal 28 al 29 maggio e dal 23 al 25 ottobre u.s. istruttori e subacquei della IANTD, Cesare Balzi, Michele Favaron, Aleksandar Pasic, Andrea Rigon e Igor Miholjek, quest’ultimo capo del Dipartimento di Archeologia subacquea dell’Istituto di Archeologia Croato, hanno svolto immersioni organizzate dal Training Facility IANTD Diving Center Shark di Medulin (Istria), sul relitto della corazzata austro-ungarica K.u.K. Szent Istvàn (Santo Stefano) affondata il 10 giugno 1918 da parte dei Mas italiani comandati dal Capitano di Corvetta Luigi Rizzo.
Nel giugno del 1918 il Capo di Stato Maggiore della Marina Austro-Ungarica ammiraglio Nikolaus Horthy, futuro reggente d’Ungheria, pianificò un’incursione contro lo sbarramento navale di Otranto che ostruiva l’accesso al mare aperto alla Marina Asburgica, confinata nel Mar Adriatico; contemporaneamente avrebbe dovuto aver luogo un’offensiva sulla fronte del Piave. La squadra navale con le corazzate Szent Istvàn e Tegetthoff salpò da Pola il 9 di Giugno 1918; all’alba del 10 giugno il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo, impegnato con i Mas 15 e 21 in un’operazione di rastrellamento di mine al largo dell’isolotto di Lutrosnjak, entrò in contatto con la flotta Austro-Ungarica.
Sfruttando al meglio le caratteristiche dei veloci motoscafi anti-sommergibili, grazie ad un coraggioso e occulto avvicinamento, a meno di 500 metri di distanza Rizzo riuscì nell’intento di affondare la corazzata Santo Stefano, fiore all’occhiello della marina nemica. Il contraccolpo psicologico dell’azione ebbe ripercussioni morali talmente forti da impedire nel corso della Grande Guerra qualsiasi altra operazione navale alla monarchia mitteleuropea e da divenire a oggi la data della Festa della Marina Militare Italiana.
L’importante relitto, che giace oggi alla profondità di circa 67 metri nel Mar Adriatico al largo dell’isola di Premuda, è sottoposto alla attenta tutela del Governo della Repubblica di Croazia e su di esso si sono svolte IANTD Expeditions ufficiali nel 2003, 2005 e 2009. L’obbiettivo di quest’ultime immersioni è stata una ricognizione operativa per constatare visivamente se il sistema di misurazione dell’insabbiamento e collassamento del relitto, predisposto durante la spedizione del 2009, fosse ancora in sede. Questo in prospettiva di una futura IANTD Expedition finalizzata alla misurazione e prelievo dei dati, nonché alla rilevazione foto cinematografica del relitto.
Bibliografia: Cesare Balzi – scubaportal.it