Lo squalo bianco, comunemente chiamato anche pescecane, appartiene alla famiglia dei Lamnidi, ossia i pesci predatori più grandi presenti sul nostro Pianeta. La scoperta di tale specie viene attribuita a Carlo Linneo, anche se in seguito gli sono stati attribuiti diversi nominativi da diversi personaggi. Il primo fossile risale a sedici milioni di anni fa e, secondo alcuni studiosi, tale specie potrebbe derivare da uno squalo appartenente all’epoca preistorica, vista la sua dimensione. Il suo habitat naturale si trova in acque fredde o intorno agli 11°-24°; è possibile avvistarlo in Australia, Sudafrica, California, Messico, Stati Uniti e in Nuova Zelanda, ma anche ai Caraibi. Inoltre, può essere avvistato anche nel Mar Mediterraneo, tra la Sicilia, Malta e Tunisia. Come sono arrivati qui? Attraverso lo Stretto di Gibilterra, seguendo un corso errato di correnti marine.
Lo squalo bianco non riesce a vivere nelle acque dolci, anche se si avvicina a zone dove è possibile trovare delle prede accessibili. Il muso dello squalo è a forma conica, con occhi scuri, cinque fessure branchiali e non ha la membrana nittitante; munito di pinna dorsale dalle dimensioni enormi. La pelle dello squalo non è rivestita da scaglie come la maggior parte dei pesci, ma da denti appuntiti, che lo proteggono dai parassiti. Una delle caratteristiche che contraddistinguono lo squalo bianco da altri esseri viventi, è la mascella, vista come una delle più potenti, con denti triangolari e seghettati. Le sue dimensioni variano dai quattro ai sei metri di lunghezza, con un peso pari quasi a due tonnellate. Oltre all’elevata forza fisica, anche l’udito è parecchio sviluppato; grazie a tale senso, lo squalo capta le vibrazioni sonore anche a lunga distanza. Grazie all’olfatto, invece, è in grado di percepire anche una misera goccia di sangue presente in milioni litri d’acqua. Le sue prede preferite sono il tonno, pesce spada, tartarughe di mare, altre specie di squali e delfini, evitando le balene. Predilige cacciare nelle ore in cui la luce del sole è poco favorevole, quindi all’alba e al tramonto, in modo che le prede possano vederlo con minore facilità. Non vivono in branchi, sono pesci piuttosto solitari, che stanno per conto proprio, anche se tendono a comunicare con i propri simili attraverso particolari movimenti del corpo. La durata della vita di uno squalo varia intorno ai quarant’anni. Per la riproduzione, bisognerà attendere che il maschio raggiunga i cinque metri di lunghezza, mentre la femmina i quattro metri. Le uova fecondate, verranno partorite tra la primavera e l’estate, con un periodo di gestazione pari a un anno. Ogni parto può garantire la presenza di circa dieci cuccioli, dalle dimensioni di circa un metro e mezzo. Il suo rapporto con l’uomo non è dei migliori, in quanto viene classificato come il tipo di squalo più pericoloso, utilizzato come smembratore in alcuni film americani di epoche passate. Non attacca l’uomo perché prova odio nei suoi confronti, ma perché lo scambia per otarie, foche o altri animali che tende cacciare in superficie. Nel caso vi siano turisti che desiderino incontrarlo attraverso un’immersione subacquea, bisogna prestare particolare attenzione e seguire le indicazioni indicate. La miglior zona per poterli vedere è Gaansbai, in Sudafrica.
Una volta giunti qui, sarà possibile ammirare per alcune ore tali specie svolgendo l’immersione subacquea in un’apposita gabbia, rendendo quest’esperienza unica e sensazionale, adatta ad ogni esploratore coraggioso e curioso. Per poter avere un incontro ravvicinato con uno squalo di questa specie, non serve esperienza, visto che tutto l’equipaggiamento necessario viene fornito da Marine Dynamics, compagnia di immersioni subacquee con gli squali. Una volta raggiunta l’aerea dove gli squali nuotano, i turisti verranno incanalati nelle gabbie e a pochi metri di distanza verranno posizionate delle esche, in modo da far avvicinare gli squali: il brivido e l’euforia che lo spettatore potrà provare sono indescrivibili. Anche nella zona di Cape Town è possibile effettuare escursioni e poter vedere gli squali, attratti dalle foche presenti; sarà possibile fare fotografie per riportare l’esperienza vissuta in superficie e condividerla con i meno intraprendenti. È inoltre possibile poter vedere gli squali da una barca, situata nelle vicinanze delle gabbie, per tutti coloro che non si sentono pronti o non hanno il coraggio di vivere un’esperienza così diretta e terrificante. Da questa angolazione, è possibile ammirare lo squalo nella sua magnificenza, nelle sue dimensioni e particolarità. Ma perché le escursioni vengono attuate presso gabbie di ferro? Perché l’animale è aggressivo e decisamente imprevedibile, di conseguenza è meglio appurare sistemi di protezione e prevenzione adeguati. Nel caso si voglia avere una maggiore esperienza, ancora più diretta, sarà possibile effettuare le esplorazioni senza la gabbia, nella zona di Capo di Buona Speranza, ma con la presenza di squali meno aggressivi, come lo squalo blu, anche se sono riservate esclusivamente a chi possieda un brevetto. La zona del Sudafrica è decisamente la migliore per poter visualizzare la specie, rispetto all’Australia. Per poter avvicinare tali specie, vengono presentati dei materiali organici come preda, scatenando non poche polemiche. Questa tipologia di squalo appartiene alle specie protette da CITES, la quale ha stabilito una sorta di recupero di ogni specie presente nelle acque delle zone indicate precedentemente. Perché vi è una diminuzione di tale categoria? A causa della pesca commerciale, considerato il fatto che viene utilizzato per produrre prodotti alimentari di pregio, come la zuppa di pinne di squalo. Anche la IUCN l’ha inserito come specie protetta e in via d’estinzione, cercando quindi di proteggerlo. In tutto il mondo dovrebbero esserci circa 3000 esemplari, anche se non se ne ha la completa certezza, considerato il fatto che il pesce compie migrazioni lunghissime e potrebbero essere stati conteggiati in numero superiore a quello effettivo.
Bibliografia: divemania.it