Per quanto sia una materia sicuramente ostica ed ampiamente dibattuta, l’archeologia subacquea rappresenta ancora oggi un elemento di fascino e meraviglia che mai potrà smettere di stupirci dinanzi all’estrema bellezza della memoria storica confinata negli abissi ed alcune volte, ahi noi, ancora non ampiamente tutelata a vantaggio del patrimonio culturale, delle nuove generazioni e del principio del reale progresso di cui, molto probabilmente, l’umanità ha ancora profondamente bisogno.
Diego Crippa, istruttore subacqueo di grande esperienza e dalle indiscusse capacità innovative e comunicative, è lo scopritore di ben tre relitti sommersi siti presso Isola Rossa, in Sardegna. In questo articolo parleremo del primo relitto scoperto da Diego Crippa. Isola Rossa si trova accanto ad una costa selvaggia, ricca di insenature e guglie che emergono dalle profondità di un mare ampiamente esposto verso Nord Ovest. La scoperta risale a più di 10 anni fa e prende il nome di “Le sei ancore” in quanto Diego Crippa si trovò dinanzi a quello che potremmo definire un sito archeologico unico nel suo genere, costituito da ben sei ancore dell’epoca di Cristo ammarrate su fondali a circa 30 metri di profondità e dal suo antico relitto ligneo. La posizione specifica di ciascuna delle sei ancore rimanda ad un plausibile corso degli eventi che, in questo articolo, abbiamo il piacere di raccontare.
Molto probabilmente quel giorno risalente agli anni di Cristo, la nave Oneraria che portava a bordo il proprio carico e quelle grandi ancore dallo stelo di circa 2 metri, stava navigando sulla rotta che da Roma andava verso le isole Baleari, passando per le Bocche di Bonifacio. Una tremenda tempesta colpì la nave ed il suo equipaggio che rimase vittima di quello che oggi, potremmo definire, uno storico naufragio.
Nel vano tentativo di salvare la nave, il Capitano di quella sfortunata Oneraria ordinò di lanciare ciascuna delle sei ancore scoperte da Diego Crippa più di duemila anni dopo.
Ma procediamo con ordine.
Quel Capitano ordinò di lanciare le ancore (ancore in ferro – forma a “T” – anni di Cristo) secondo l’ordine che di seguito riportiamo in linea con la ricostruzione di Diego Crippa.
in apertura: (Foto Ancora C e Ancora D che permangono nella posizione degli anni di Cristo)
Questo ritrovamento, quindi, può essere considerato di notevole importanza storica in quanto ancora oggi è capace di raccontare le circostanze del naufragio ed un pezzo rilevante della storia della navigazione antica. In memoria di questi marinai è stata dedicata una poesia scritta dal poeta Annarita Borrelli. Molti di voi si chiederanno dove giace il relitto. Ecco la risposta: il relitto giace insabbiato, con il suo antico carico, non ancora descritto perché in fase di studio. Le immagini sono attualmente oggetto di analisi a seguito di denuncia archeologica ed ambientale riferita non solo al relitto sommerso ma anche alla presenza di uno scarico fognario e di costruzioni invasive nei pressi del sito.
Bibliografia: Diego Crippa e Annarita Borrelli – Scubaportal.it
Un importante relitto onerario unico al mondo con ben sei ancore che raccontano ancore ai giorni nostri la storia della navigazione antica.
Un importante ritrovamento il porto antico di Isola Rossa scoperto da Diego Crippa i suoi video ci mostrano cosa è ancora nascosto Negli abissi dell’isola
Condividete è importante
Il relitto sommerso di Isola Rossa denominato “le 6 ancore ” scoperto dal subacqueo nonché Studioso e ricercatore di archeologia subacquea Diego Crippa, ci porta a ritroso nel tempo, un viaggio di 2000 anni.
I reperti ancora oggi parlano, raccontano uno spaccato di vita a molti sconosciuto; purtroppo non tutti hanno l’opportunità di vedere ciò che vive o giace negli abissi.
La grande passione unita alla conoscenza in toto della materia, nonché il rispetto della natura sono da parte di Crippa gli elementi fondanti che alimentano la ragione della tutela dell’Archeologia subacquea e i principi fondanti della salvaguardia degli abitanti del mare.
Prodigandosi in questa Mission, Crippa ha scoperto anche L’ Antico porto di Isola Rossa; un capitale storico-culturale ed un bene comune che tutti, secondo i propri mezzi e poteri; hanno il dovere di tutelare, valorizzare e salvaguardare. Come tutti abbiamo il diritto di continuare a incantarci e meravigliarci di fronte allo spettacolo che la natura ci offre e ringraziare Diego che perpetuamente continua in questa mission e ci rende partecipi con la condivisione di documentari. Grazie